Analizzando la condizione pittorica di Pogliani si giunge alla considerazione che è artista capace di fornire sensazioni positive al pubblico attraverso una sua composizione fatta di colore, forma e materia. Larghe compiture di colori puliti, tersi, piani costituiscono il fondo aereo sul quale l’immissione di materie estranee si fonde in unica amalgama costruttiva. Sono tele, carte, sacchi in frammenti ora tesi ora tormentati che egli arricchisce con un completamento di colore: elementi che non frangono l’armonia pittorica, anzi la esaltano sia dal punto di vista strutturale che cromatico. La tecnica del collage, in definitiva, ma esaltata in una dimensione di particolare poetica che trasforma la materia aggiunta in puro spazio pittorico. La superficie quindi non ha più il piano della tela sulla quale pittoricamente si costruisce la dimensione spazio, ma fruendo di una realtà fatta di piani volumetrici crea nuove dimensioni sensibilizzate e dal colore stesso e dalle ombre o dalle rifrazioni della luce. In sintesi potremmo dire quindi che questa materia crea uno spazio e che questo spazio non è solo materia bensì, essenzialmente, situazione cromatica. Le tematiche considerano volumi definitivamente strutturati che rasentano la condizione astratta pur conservando una base di figuratività.
|
Piacciono in particolar modo i tagli coloristici che definiscono lo spazio costruito, ora rigidi ed angolosi, ora morbidi e circoscriventi tasselli colore. E’ pittura saggiamente costruita nella quale nulla è affidato al caso, ma è rigorosa sequenza mentale volta alla ricerca di base, come abbiamo detto, "materia che è spazio". E’ artista interessante poiché non basa il proprio operare in sterili sperimentazioni o strutturazioni casuali, egli svolge il proprio iter in un’unica direzione di stretta logica che non disturba la poesia compositiva, ma che anzi consente allo spettatore di partecipare al fatto pittorico. I paesaggi, i fiori di Pogliani traggono a modello una realtà visiva che egli dissacra, smembra, distrugge, ma che poi con una percezione sua ricostruisce in personale dimensione per cui l’oggettività ritratta risulta vibrante e pregna di nuova condizione visiva.
L. Widmar
|